Quando il Latte Fa Male: Breve Panoramica e Qualche Consiglio per i Naviganti nel Mare dell 'Intolleranza al Lattosio

QUANDO IL LATTE FA MALE
BREVE PANORAMICA E QUALCHE CONSIGLIO PER I NAVIGANTI NEL MARE DELL’ INTOLLERANZA AL LATTOSIO


Molti pazienti lamentano disturbi gastrointestinali come gonfiore, dolore addominale e diarrea dopo assunzione di latte e di alimenti contenenti latticini. Questi sintomi sono spesso da correlare alla più frequente intolleranza alimentare ossia l’intolleranza al lattosio.

Impariamo a conoscerla meglio …
Che cos’è l’intolleranza al lattosio? Si tratta di una condizione generata dalla mancata produzione dell' enzima lattasi da parte delle cellule dell’intestino tenue. La lattasi è un enzima deputato alla scissione del lattosio, lo zucchero contenente nel latte, in glucosio e galattosio. In seguito a questo deficit enzimatico il lattosio giunge non digerito nell’intestino crasso e viene fermentato dalla flora batterica intestinale con successiva produzione di gas e acidi organici. Inoltre, essendo il lattosio una sostanza osmoticamente attiva, richiama nel colon acqua e sodio impedendo la formazione di feci solide. Queste alterazioni a livello intestinale inducono la comparsa di sintomi nel paziente affetto come meteorismo, crampi addominali, diarrea.

Qualche cenno storico. La capacità di digerire il latte in seguito all’'introduzione di questo alimento nell'alimentazione umana (latte vaccino, latte di pecora, di capra ecc.) è attribuita ad una mutazione genetica avvenuta circa 7.000 anni fa ed è quindi considerata un fatto piuttosto recente se consideriamo la lunga esistenza dell’Uomo Sapiens sulla terra. Detta mutazione concerne la sintesi e la persistenza in età adulta dell'enzima lattasi, indispensabile alla digestione del lattosio in zuccheri semplici e quindi all'utilizzo dello stesso da parte del nostro organismo. E’ interessante segnalare che la lattasi viene solitamente prodotta nei primi stadi di vita per poi non comparire più negli individui adulti. La sintesi può tuttavia continuare anche durante fasi più o meno lunghe della vita adulta e si stima che il 30% degli esseri umani adulti conservi la capacità di digerire il lattosio. La distribuzione nella popolazione umana di questa mutazione non è omogenea ma varia considerevolmente per individuo ed etnia. Così, il problema dell'intolleranza al lattosio è più diffuso tra gli asiatici e gli orientali, mentre gli europei sono generalmente più resistenti rispetto alle altre popolazioni.

Quanti tipi? L’intolleranza al lattosio può essere primitiva o secondaria. L’ intolleranza primitiva o congenita è una condizione rara in cui l’organismo non produce l’enzima già dalla nascita e per questo motivo i sintomi si manifestano dalla prima infanzia: il problema emerge quando il bambino assume il latte la prima volta.
Il neonato dovrà quindi essere nutrito con formule senza lattosio. E’ bene non confondere l’intolleranza al lattosio con l’allergia alle proteine del latte vaccino, una condizione più frequente durante i primi anni di vita del bambino; entrambe le condizioni producono un quadro sintomatologico molto simile, ma  di solito l’allergia alle proteine del latte vaccino provoca anche manifestazioni a livello cutaneo (orticaria e/o rash cutanei ecc.). Inoltre, l’ allergia al latte è sostenuta da meccanismi di tipo immunologico (IgE mediato o cellulomediato) ed interessa le proteine contenute nello stesso (per es. caseine, globuline ecc.).

L’intolleranza al lattosio si manifesta  con maggiore frequenza in età più tardiva e può anche essere transitoria per la temporanea perdita dell’enzima: infezioni o lesioni del tratto gastrointestinale o modifiche dietetiche drastiche possono essere alla base di questa condizione. Spesso una gastroenterite infettiva può provocare un deficit temporaneo di lattasi che regredisce in alcuni mesi.  
E’ interessante ricordare che la lattasi è considerata un’ enzima di tipo inducibile, capace di prodursi in rapporto alla stimolazione del suo substrato. Quando il regime dietetico prevede soltanto una minima introduzione di latte e derivati come in corso di diete molto restrittive, si può verificare una stimolazione inadeguata per la sintesi di lattasi. Infine, l’intolleranza al lattosio può essere secondaria ad altre patologie in cui si instaura un danno a carico della mucosa intestinale su base infiammatoria o auto-immune come per esempio in corso di morbo celiaco patologia in cui l’intolleranza al lattosio a volte rappresenta il sintomo di esordio. 

Quali sintomi? In presenza di un deficit di lattasi, il lattosio contenuto nel latte non può essere digerito: la sua permanenza a livello intestinale causa fermentazione da parte della flora microbica locale e dà origine a fenomeni tipici:
meteorismo
flatulenza
diarrea

nausea
spossatezza
Tali sintomi compaiono rapidamente (entro 2 ore) dopo l’assunzione di cibi contenenti lattosio (latte, creme, panna, burro, formaggi freschi ecc.).
La gravità della sintomatologia dipende dalla quantità di lattosio che ogni individuo riesce tollerare. 

Come si fa diagnosi? Solitamente già la raccolta di un’anamnesi clinica accurata è sufficiente a sospettare un’intolleranza al lattosio. La conferma diagnostica arriva con il test del respiro all’ Idrogeno (breath test secondo la dizione inglese). E’ un test non invasivo e alquanto specifico e si basa sull’evidenza il lattosio non digerito a livello dell’intestino tenue viene fermentato dalla flora intestinale con la formazione di grosse quantità di idrogeno, che in parte viene assorbito nel colon e in parte viene eliminato con la respirazione. Pertanto se si somministra lattosio ad un soggetto con intolleranza e si esegue il breath test sarà possibile rinvenire una quota di idrogeno nel respiro esalato superiore rispetto a quella riscontrata prima della somministrazione. Il test richiede di norma 2-3 ore di tempo per essere portato a termine.

Come si gestisce? In caso di confermata intolleranza l’unico rimedio possibile consiste nell’eliminazione del lattosio dalla dieta. Quindi : No al latte vaccino, latte di capra, latticini freschi e gelati.

Sebbene il latte e gli alimenti a base di latte sono l’unica fonte naturale di lattosio, quest’ultimo si trova spesso aggiunto ai cibi preparati commercialmente. Bisogna stare molto attenti alle fonti “nascoste” di lattosio in quanto tale sostanza è usata frequentemente come additivo. Pertanto, eliminare il lattosio dalla dieta non è sempre semplice come si può pensare:  le persone con forte intolleranza al lattosio dovrebbero conoscere i numerosi prodotti alimentari che possono contenere anche piccole quantità di lattosio, come  per esempio purea di patate istantanea, minestre precotte, margarina, biscotti e torte, surgelati, insaccati e prosciutto cotto, farmaci ed integratori alimentari.
In alcuni casi il lattosio non va completamente eliminato poiché per ogni paziente esiste un valore soglia al di sopra del quale compare tutto il fastidioso corteo sintomatologico; è quindi importante imparare a scoprire la quantità tollerata.
Si ai formaggi stagionati a lungo: grana e parmigiano hanno un basso contenuto di lattosio e sono ben tollerati. E’ importante ricordare che questi formaggi sono ricchi di calcio e un loro consumo regolare può supplire il carente apporto derivante dalla mancata assunzione di latte. 

C’è rimedio? Per consentire l’utilizzo di latte e derivati a pazienti che sono affetti da intolleranza al lattosio sono disponibili in commercio tipi di latte con minime quantità di lattosio (latte di soia, di riso, di mandorle). Inoltre, è facile acquistare prodotti trattati quasi privi di lattosio, in particolare il latte ad alta digeribilità. Anche lo yogurt spesso è ben tollerato dato che il lattosio è già digerito dai fermenti lattici contenuti nello yogurt.



ALIMENTI SI
ALIMENTI NO
LATTICINI
Latte delattosato o latte HD, Yogurt ad alta digeribilità o HD, formaggi stagionati, formaggi a pasta dura (parmigiano reggiano stagionato oltre i 36 mesi), latte di soia, latte di riso, Tofu (formaggio a base di  soia), latte di cocco, panna di soia
Latte vaccino, burro, formaggi freschi (ricotta,mozzarella),formaggi morbidi e da spalmare, panna, besciamella
CARNI
Tutti i tipi di carne e pesce  fresco, prosciutto crudo, uova,
Prosciutto cotto mortadella, salame, wurstel
CEREALI
E       
DERIVATI


Cereali, semole e farine senza latte, pop corn, corn flakes, pane bianco o integrale, fette biscottate e crackers,  pasta e riso senza latte
Farine contenenti latte, cereali da colazione contenenti latte in polvere, crêpes, fette biscottate contenenti lattosio, pane al latte, gnocchi, ravioli, lasagne, puré di patate, gratin, soufflés, focaccia
BEVANDE
Acqua, vino, birra, integratori, cocktail senza succo di frutta
Bibite contenenti latte, succhi di frutta contenenti lattosio, caffè istantaneo

Si consiglia di leggere sempre bene le etichette!
E’ utile sapere che sono attualmente disponibili in farmacia delle capsule contenenti l’enzima lattasi: questi presidi vanno assunti prima dell’alimento contenente latte o latticini e consentono alla persona soggetta a questa intolleranza di assumere il lattosio senza problemi.
Attenzione all’apporto di calcio: spesso l’eliminazione del latte e latticini dalla dieta provoca una ridotta introduzione di calcio, elemento importante per la mineralizzazione ossea. Per aumentare l’apporto di calcio è bene ricordare che, in discrete quantità, è rinvenibile anche nei legumi, nel pesce, in alcuni ortaggi e frutta a guscio.

Fiorello, da buon siciliano, con cosa macchia il caffè?


:

“… dopo un buon pasto, caffè macchiato con latte di mandorla ..”
  


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