Sensibilità al Glutine e Dieta Aglutinata: Una malattia o una moda?












Sempre più ricerche in campo medico scientifico sono volte a considerare la tossicità del glutine anche in soggetti non affetti da patologie ben note come il morbo celiaco e l’allergia al grano (o frumento).

Si parla in questi casi di sensibilità al glutine non celiaca (in inglese gluten sensitivity, GS), una patologia ancora scarsamente definita. L'interesse generale per la sensibilità al glutine è confermato dalla crescente attenzione anche di media e network televisivi, soprattutto in relazione al tema dell’alimentazione senza glutine.

Il fenomeno è esploso negli ultimi 5 anni, specie dopo che personaggi famosi come Gwyneth Paltrow, Russell Crowe, Oprah Winfrey, Jennifer Aniston e tanti altri hanno pubblicamente dichiarato che la loro vita è totalmente cambiata da quando, pur non essendo celiaci, hanno eliminato il glutine dalla loro dieta.


D’altro canto, un numero sempre maggiore di persone riferisce disturbi dopo ingestione di pane, pasta o pizza. E così, nel vasto panorama delle intolleranze alimentari nasce una nuova entità clinica ma anche una nuova moda: la dieta aglutinata.


Il glutine, l’intestino ed il sistema immunitario: un triangolo pericoloso Il glutine, è una miscela di proteine tipica di alcuni cereali come grano, farro, orzo e segale che conferisce elasticità e viscosità alla farina quando impastata con l'acqua. Esso contiene a sua volta una frazione proteica, la gliadina.

Il soggetto sano sviluppa tolleranza verso la gliadina, attraverso un meccanismo di protezione che mette al riparo le cellule epiteliali ed i villi della mucosa intestinale. Nel soggetto celiaco si perde (o non si sviluppa adequatamente) questa tolleranza ed il glutine induce una reazione immunitaria, danneggiando la mucosa dell’intestino tenue con atrofia della stessa e successivo malassorbimento. 

Questo tipo di enteropatia interessa soggetti geneticamente predisposti (infatti la tipizzazione HLA DQ2/DQ8 è di grande valore diagnostico) ed è associata a reazioni auto-immuni con produzione di anticorpi rivolti contro la gliadina (IgA  anti-AGA), contro la transglutaminasi tessutale (IgA anti- tTG)  e contro  l’endomisio (anti-EMA), la cui presenza nel siero del paziente è dirimente per la diagnosi. Nel paziente celiaco il malassorbimento secondario all’immunoflogosi induce forti carenze nutrizionali.

Nel soggetto allergico al grano il sistema immunitario riconosce il grano come sostanza nociva: al contatto con l’allergene segue una reazione allergica, IgE-mediata. Tale reazione può assumere diverse forme cliniche  a seconda della via di ingresso dell' allergene: reazione allergica alimentare  con manifestazioni a livello gastrointestinale o respiratorio (asma) o cutaneo (orticaria), anafilassi indotta dall'esercizio fisico; asma e/o rinite occupazionale (Asma del Panettiere) in caso di contatto per via inalatoria; orticaria da contatto.

Infine, nel soggetto con sensibilità al glutine, il glutine induce una reazione infiammatoria  diversa dalla celiachia e dall’ allergia alimentare e meno compromettente per il sistema immunitario. Il disturbo sembra correlato ad una reazione immunitaria al glutine di tipo innato (ipotesi supportata dalla maggiore espressione dei recettori Toll-Like di tipo 2). A differenza della celiachia non sembra giocare un ruolo né la modificazione della permeabilità intestinale, né l’intervento di meccanismi immunologici di tipo adattativo. Lsensibilità al glutine è un disturbo completamente diverso dalla celiachia e pertanto la maggioranza delle persone che ne soffrono non diventerà mai celiaca. Inoltre, è importante segnalare che tale patologia non sembra associata a reazioni immunitarie o allergiche gravi.  
 
Un elemento considerato responsabile dell’aumentata incidenza delle patologie relative all’ingestione di glutine è rappresentato dal tipo di grano prodotto e utilizzato negli ultimi anni. Dato che la caratteristica del glutine è quella di conferire elasticità ai prodotti da forno (pizza, pane, pasta ecc.,)si è ultimamente cercato di ottenere un tipo di  grano con maggiori quantità di glutine, prodotto con sofisticati metodi di laboratorio. 

Questo tipo di grano sembra assicurare una resa nella produzione maggiore di altri ma potrebbe essere responsabile di fenomeni autoimmuni ed infiammatori ossservati in corso di patologie associate all'assunzione di glutine.


La sensibilità al glutine:  come riconoscerla    

Essere sensibili al glutine significa avere sintomi simili a quelli della celiachia o dell’allergia al grano senza essere affetti da nessuna delle due patologie. I sintomi più comuni sono:

  • diarreastipsi od alvo alterno
  • meteorismo
  • dolore addominale
  • dolori articolari
  • depressione
  • annebbiamento mentale
  • emicrania
  • stancabilità
  • sonnolenza
  • difficoltà di concentrazione
  • parestesie degli arti
  • rash cutanei tipo eczema
  • anemia



Si tratta di sintomi non specifici e spesso diagnosticati come sindrome del colon irritabile.
Recenti studi associano la sensibilità al glutine all’autismo, la schizofrenia o la depressione; l’insorgenza di quest’ultima potrebbe condividere gli stessi meccanismi fisiopatologici con altre manifestazioni neurologiche tipiche del morbo celiaco come l’atassia e l’encefalopatia (alterati livelli di serotonina cerebrale, rilascio di peptidi oppioidi tipo gluten esorphins o alterazioni della flora intestinale).
La prevalenza della sensibilità al glutine in Italia è stimata attorno al 6%, nettamente superiore rispetto a quella della celiachia che è del 1%. La patologia si può manifestare dall’età adolescenziale all’età adulta, è rara in età pediatrica e sembra più frequente nel sesso femminile.

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi di “sensibilità al glutine non celiaca” presuppone che sia stata preventivamente esclusa la celiachia e l’ allergia al grano. A differenza della celiachia e dell’allergia al grano che sono condizioni morbose diagnosticate attraverso markers sierologici e test specifici, per la sensibilità al glutine non celiaca, non sono disponibili esami di laboratorio e/o strumentali che permettano di fare con certezza la diagnosi

I pazienti con sensibilità al glutine in alcuni casi sono positivi ai test diagnostici (anticorpi IgA/IgG anti-gliadina) ma negativi agli altri markers (anti- endomisio (EMA) ed anti-transglutaminasi (tTG), anti-IgE per il grano) e possono presentare minime alterazioni alla biopsia intestinale (aumento dei linfociti intraepiteliali ma con villi assolutamente normali). 

La diagnosi di sensibilità al glutine è quindi al momento una diagnosi di esclusione, caratterizzata dalla negatività dei test allergologici per l’allergia al grano (Prick test e ricerca IgE specifiche per il grano), dalla negatività della sierologia tipica per celiachia (anti-EMA ed anti-tTG) e da una biopsia intestinale normale o con alterazioni minime.


La diagnosi di certezza si basa su due osservazioni: l’evidenza di un chiaro miglioramento o scomparsa dei sintomi dopo eliminazione del glutine dalla dieta  e la ricomparsa dei disturbi alla sua successiva reintroduzione.

Dieta aglutinata: Come e quando

La dieta del paziente con sensibilità al glutine (dieta aglutinata o gluten free) si basa sull’esclusione del glutine dalla dieta, per tutto il periodo di valutazione clinica  diagnostica (in media 3 mesi). La sua durata in caso di conferma diagnostica è variabile. Potrebbe trattarsi di una situazione che, al contrario della celiachia, è transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione senza glutine non inferiore a 1-2 anni.

E’ importante ricordare che oltre i celiachi, i pazienti con allergia al grano e coloro che soffrono di sensibilità al glutine, c’è chi segue un regime alimentare privo di glutine per moda, perché erroneamente convinto che con questo tipo di alimentazione si possa perdere peso. Gli alimenti gluten free sono nati per andare incontro alle esigenze di coloro che sono affetti da morbo celiaco o allergie/ sensibilità collegate al glutine e che hanno la necessità di seguire un’alimentazione particolare per evitare la reazione locale o generalizzata di tipo immuno-flogistico scatenata dal glutine. Chi non presenta questo tipo di intolleranza non ha motivo di seguire una simile dieta. Pertanto, data la difficoltà della diagnosi di sensibilità al glutine, prima di sottoporsi a diete che talora potrebbero risultare troppo restrittive e persino dannose, è sempre consigliabile che il paziente si rivolga al personale medico sufficientemente specializzato sull’argomento.




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